Didattica Digitale, Editoria: Presente e Futuro, Tecnologie

E se fosse l’editoria scolastica ad andare a traino della scuola?

La domanda non รจ cosรฌ provocatoria come sembra, soprattutto alla luce di alcune esperienze che stanno diffondendosi in tutta Italia, da Brindisi a Milan. Non sono due cittร  prese a caso, perchรฉ nella prima c’รจ il famoso Istituto Majorana in cui รจ nato il progetto di Book in Progress, che menziono anche nel saggio Il digitale e la scuola italiana. Si tratta di un progetto molto discusso (e per molti discutibile), magari controverso, ma che sicuramente ha messo in moto una maniera diversa di vedere la didattica, di ripensare la centralitร  del libro di testo e il concetto di self publishing nella scuola. Ora Book in Progress si accresce ed entra nell’e-learning, come dice lo stesso Salvatore Giuliano in questa intervistaย in cui cita Ken Robinson – che omaggio anch’io con un box di approfondimento nel saggio. Un saggio che vuole essere un “aggregatore ragionato” come mi sono trovato a definirlo recentemente, cioรจ una sorta di bussola necessaria per chi cerca punti di riferimento da cui partire nel trattare l’argomento delle tecnologie nella didattica e nell’editoria di settore.

Parlando di editoria, fino ad oraย –ย come anche sottolineo nel libroย – essa ha avuto una funzione di traino nei confronti cover_librodella scuola, proponendo per prima i nuovi strumenti e introducendoli nelle classi; ora, non solo l’esperienza di Brindisi (e del suo network di 800 insegnanti), ma anche iniziative come l’Hackathon a Milanoย cercano di individuare nuovi percorsi e nuove prospettive in cui il digital non sia soltanto uno strumento (e non il solo strumento), ma anche la chiave per cambiare approccio alle discipline e al modo di proporle in classe. Nellaย prima maratona di innovazione scolastica promossa dal Miur, infatti, si รจ parlato anche di spazi, di nuove tassonomie, di reinterpretare i vecchi mestieri alla luce delle potenzialitร  che offre il digitale non per farli scomparire, bensรฌ per renderli piรน competitivi nel mondo di oggi e in quello di domani. Quest’ultimo tema mi sta particolarmente a cuoreย eย ne avevo giร  accennato in un post precedente.

Sempre in un post di qualche settimana fa avevo menzionato Fidenia, ย una nuova piattaforma didattica che offre (anche) un archivio digitale di risorse e materiali didattici multimediali da condividere e riutilizzare. Per la realizzazione di tali materiali Fidenia ha stretto un accordo con Francesco Leonetti, il creatore di ePubEditor, un software molto semplice da usare e che รจ giร  utilizzato da ben 13 mila docenti.

Sembrano numeri da capogiro, ma di fatto si rimaneย ancora in un ambito piuttosto elitario di scuole e di esperienze didattiche che rappresentano delle eccellenze, delleย best practicesย da far diventare – riprendo ciรฒ che scrivo nel mio saggio, in cui a mia volta rubo la frase a Gino Roncaglia – pratiche replicabili e inserite in un sistema didattico ampio e coerente. Lo sottolinea anche un recente articolo su Forum PA, in cui si menziona un’altra urgente prioritร , la training dei docenti, e si formulano domande legittime sugli esiti di varie sperimentazioni di scuole e classi 2.0 attivate nel territorio nazionale.
Sulla formazione insisteva anche Paolo Ferri giร  in un suo articolo di un anno fa, in cui parlavaย delle quattro novitร  introdotte dal Ministero a proposito dei libri digitali giร  a partire dall’anno scolastico in corso. Quali sono queste novitร ?

1. Lโ€™adozione non ย piรน obbligatoria dei testi tradizionali;
2. abolizione delย blocco di 6 e 5 anni nellโ€™adozione dei testi;
3. obbligo delย formato digitale o misto per tutti i testi scolastici;
4. possibilitร  per le scuole di adottare materiali digitali realizzati autonomamente.

Ferri auspicavaย che leย nuove direttive dessero da una parte un impulso agli editori perย qualificare l’offerta dei loro contenuti digitali e dall’altra avviassero investimenti per lo sviluppo di ambienti di apprendimento per gli stessi insegnanti.

Per quanto riguarda gli editori, alla fine del mio saggio faccio un’ampia carrellata di ciรฒ che propongono i piรน importanti marchi dell’editoria scolastica in ambito digitale: la conclusione che ne traggo รจ che ciรฒ che viene fatto non รจ poco, ma forse non รจ ciรฒ che serve, nรฉ come contenuto, nรฉ soprattutto come modalitร .
Giร  da qualche anno Dino Baldi di Giunti Scuola (anche lui compare inย Il digitale e la scuola italianaย con un’intervista su questi temi) parlava della necessitร  di un passaggio da oggetti di apprendimento ad ambienti di apprendimento*; a distanza di anni si puรฒ tranquillamente dire che questoย passaggio non c’รจ stato, soprattutto nella prospettiva di una logica editoriale che da chiusa diventi aperta, e anche gli auspici di Ferri sembrano dover restare tali ancora per qualche tempo. Quanto tempo? E saranno davvero gli editori specializzati a fare la prima mossa decisiva?

Alla luce di quanto ho scritto finora, potrebbe essere una di quelle poche volte in cuiย l’editoria dovrร  inseguire le nuove tendenze e le nuove pratiche in atto nelle scuole, almeno in quelle in cui si sperimenta e che potrebbero non essere piรน avanguardie isolate, se appunto trovassero una sponda utile anche da parte dell’industria editoriale.

 

* Per capireย cos’รจ, come funziona e a cosa serve un ambiente di apprendimento, rimando aย questoย postย di Gianni Marconato

4 thoughts on “E se fosse l’editoria scolastica ad andare a traino della scuola?

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