Default! Narrazioni del malessere italiano (2010-11). La letteratura e lโeconomia non sono due mondi distinti e distanti tra loro. In tempi di crisi, di metafore suggerite prepotentemente dai titoli di cronaca e dagli studi sociologici, narrare del sistema lavoro, della bolla speculativa, della finanza democratica, o di un piรน generale spirito del tempo, รจ certamente un modo per non perdere la bussola della realtร . Cosรฌ, nel corso degli ultimi anni, alcuni scrittori hanno gettato il loro sguardo sul mondo claustrofobico della finanza o sullโossessione consumista compulsiva (come Vincenzo Latronico nellโimportante La cospirazione delle colombe). Non pochi invece sono gli autori che si sono cimentati nella narrazione
delle ยซtragedie normaliยป della precarietร , tanto che quello della letteratura flessibile o della letteratura post-industriale รจ diventato un vero e proprio genere, che ha conquistato una sua piccola nicchia di mercato. Tra i lavori recenti piรน interessanti spicca Quelli che perรฒ รจ lo stesso di Silvia Dai Praโ, capace di cogliere finemente, e ironicamente, il โbrusioโ della varia umanitร che affolla la scuola di Ostia e i suoi degradati dintorni e Prove di felicitร a Roma Est dello scrittore e regista cinematografico Roan Johnson dove, superando la dimensione individuale, il giovane precario protagonista viene posto in diretta relazione con gli stili di vita e i tic quotidiani di
una Roma contraddittoria e a tratti paurosa. Mentre Acciaio di Silvia Avallone e Ternitti di Mario Desiati raccontano โ sia pure con accenti e consapevolezza diverse โ quello che รจ sopravvissuto di una storia esaurita e disperata, quasi a rimpiangere una classe sociale sconfitta e liquefatta.
Realismi e post-realismi. Vi รจ una stretta correlazione tra il primato, di inizio millennio, del romanzo realista tradizionale e un diffuso bisogno di โnarrare il proprio tempoโ. Tuttavia questo bisogno di โraccontare il mondoโ e โri-scoprire lโItaliaโ deve fare i conti con lโineludibile necessitร di andare, per cosรฌ dire, โoltre la cronacaโ. In altre parole, deve illuminare quella zona oscura che aleggia e serpeggia allโinterno e allโesterno della pletora di immagini e descrizioni con cui le varie โcronache in direttaโ consegnano il mondo alla nostra memoria mediatica e, quindi, al nostro ricordo personale. โQuale narrazioneโ, dunque, รจ possibile se il โdiscorso sul mondoโ ha sostituito il mondo, se la realtร nega la realtร ?
Lavoro critico. Due possibili modi di intendere il rapporto fra romanzo e narrazione storica, prescindendo da canoniche nozioni di genere: Nostra signora dei Turchi di Carmelo Bene e Storia della colonna infame, Del romanzo storico, Dellโinvenzione di Alessandro
Manzoni.
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